mercoledì 10 febbraio 2021

Le giornate da incorniciare.

Oggi è stata l'ennesima. Badante, cameriere, sguattero, cuoco senza saper cucinare, domestico, lavandaio e amministratore unico, delegato (nella doppia accezione del termine) e indisturbato delle finanze senza avere il coraggio di fottermi un solo centesimo. Se fino agli ultimi mesi del 2017 la mia vita era stata semplicemente inutile, squallida e tragicomica con un veleno ormai diventato placebo che mi scorreva dentro da decenni, dagli ultimi due mesi di quell'anno fino alla morte di mio padre nel successivo gennaio ha svoltato definitivamente verso un inferno denso di sofferenza psicofisica (la parte fisica non scherza affatto perché a quasi 56 anni oltre ad essere tormentato dalle mia ataviche emicranie inizio ad avere la colonna vertebrale che mi lancia segnali precisi). I miei rimpianti sono precisi e circostanziati, riscrivo la storia familiare per provare sollievo: una delle mie nonne che abortisce, i miei che non si conoscono mai, nasco morto, faccio la fine di mia sorella e crepo io a otto mesi sperando che a lei vada meglio di me, non sono mai esistito. Mi appiglio al fatto che mia madre ha visto morire tutti in questo ordine: suo padre, sua figlia, sua madre, sua sorella e suo marito. Spero di chiudere presto la sfilata. Non è giusto e non è umano che io le sopravviva oltretutto andando incontro a una sorte da barbone considerato che non lavoro (a volte non ricordo abbastanza a me stesso di aver fallito in tutto e di essere un incapace disadattato e infelice da quando ero bambino). Ho letto che con le nuove regole gli account di Google vengono disattivati in caso di inattività protrattasi per due anni; dunque questo blog con le sue foto e le sue parole verranno inghiottiti dopo due anni che sarò morto. Mi domando ogni minuto che passa se esista una qualsiasi ragione per andare avanti e mi rispondo immancabilmente di no! I miei "progetti" per il futuro, anzi l'unico progetto, è quello di lasciar scritto su un foglio i vestiti che desidero indossare da morto e con i quali verrò cremato. Penso di scegliere qualcosa che mi piace particolarmente, tipo la felpa verde primaverile e dei jeans. Dovrò premurarmi di fare a brandelli gli altri vestiti, non voglio che vengano regalati ad altri. Alla fine di questa fiera, nella denegata ipotesi in cui dovessi sopravvivere a mia madre, subirò anche l'ultima beffa di crepare su qualche pavimento ed essere trovato dopo giorni per la puzza che farà il mio cadavere (e sono uno che ci tiene alla pulizia personale). Non voglio morire in qualche ospedale preso a pesci in faccia dal personale sanitario, sono stato sempre visto ed etichettato come una nullità e un debole anche quando ero giovane, figuriamoci adesso. Sto vivendo con indifferenza anche questa storia della pandemia, sarei stato pieno di vincoli anche senza i dpcm. Mi manca di non poter fare una lunga camminata o un giro in bicicletta e di poter scattare qualche foto senza essere divorato dall'ansia, dalla paura e dal pensiero delle cose da fare. L'unico sollievo è quello di non avere alcun debito di ordine morale o materiale verso qualcuno. Qualche giorno fa ho cambiato telefonino dopo 4 anni, non so manco perché l'ho fatto, penso e spero che sia l'ultimo. Le immagini di questo post sono ovviamente tutte analogiche, alcune tratte da pellicole scadute tanti anni fa, altre no (tutte quelle in bianco e nero). Nelle ultime tre c'è tanta merda.