mercoledì 27 ottobre 2021

Aspettando i corrieri e la festa

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Mancano pochi giorni alla festa per eccellenza.
La morte è tutto; copre e offusca la vita, vince sempre lei. Per colpa sua l'uomo ha creato le religioni con annesso aldilà illudendosi di relegarla a mero e naturale accadimento e dare un senso all'esistenza, anche a quelle inutili, squallide e miserabili come la mia. Contento lui (l'uomo) e voi (chi crede)... (non) contenti tutti. Sono trascorsi quasi 4 anni da quella di mio padre e durante non pochi giorni di questo lasso temporale ho cercato di scovare qualche bel momento trascorso insieme a lui. Alla fine mi sono arreso: non ne ho trovato alcuno malgrado abbia ottima memoria. Poche volte mi sono domandato se mi mancasse sapendo che la risposta sarebbe stata sempre e impietosamente negativa e ho deciso di non chiedermelo mai più.

Poche cose mi fanno sentire vivo se posso permettermi questa iperbole: andare allo stadio, acquistare rullini (scaduti e non), acquistare una macchina analogica di seconda mano, scattare qualche foto le poche volte che la mia condizione di badante e sguattero mi permette di uscire, sentire sul telefonino la suoneria del negozio che mi avvisa che le pellicole mandate in sviluppo sono arrivate, scrutare i negativi per capire se quelle scene a cui tenevo siano rimaste impresse più o meno nitidamente, accendere lo scanner e inserire i negativi e attendere che vengano fuori le anteprime delle strisce.

Ho comprato e sono in attesa (salvo sottrazioni) di un'altra analogica di seconda mano (e siamo a 3 in 11 mesi). Datata 1979 e fabbricata in un paese che ha perso la bandiera e tanti frammenti più o meno estesi del suo mastodontico territorio. La marca è identica a quella di un orologio da polso, ma senza l'acca finale al cui posto - staccata - c'è una vocale, la E. Oppure la marca è identica al punto agli antipodi del Nadir accompagnato dalla vocale E. Guarda caso proviene dalla regione rossa per antonomasia (come la Nikkormat a fine 2020). Sono anche in consegna alcuni rullini nuovi (provenienza Veneto, Vicenza e provincia Treviso), due pellicole diapositive a colori formato 120 che ho spedito con corriere a un laboratorio di Roma per farmele sviluppare (sono altamente curioso di sapere se, al netto dei miei probabili errori, sarà rimasto impresso qualcosa), delle pellicole scadute (provenienza La Spezia e paese natale di Pessoa) e un cinturino (provenienza Lettonia) per la macchina. Questa attesa mi dà sollievo come quando poggio la testa sul cuscino la notte e mi addormento sperando di non svegliarmi mai più.

Mi sto lentamente staccando da quei pochissimi contatti che avevo col mondo esterno. Affido le mie considerazioni a un blog che non legge più nessuno. Non mi va di relazionarmi con gli altri (e quando mai, ma ora è peggio, manco allo stadio biascico qualcosa coi vicini di posto), sono concentrato solo su me stesso, sulla mia sfiga, sul mio dolore e sulle mansioni domestiche. Il mio viso è più segnato da questi 4 anni che dai precedenti 52, mi fa ribrezzo il solo guardarmi allo specchio per non dire il vedermi in costume da bagno.

Assisto alla partita con la mascherina fpp2 per tutti i 90 minuti più recupero. In questi giorni stanno dicendo che occorrerà una terza dose a sei mesi dalla conclusione del primo ciclo. Il mio cocktail quindi scadrà il 9 febbraio. Con una pellicola scaduta nel 1988 (annus horribilis) ho fotogrfato a modo mio i paraggi dell'hub vaccinale; spero che si possa vedere qualcosa. Mi riallaccio al post in cui dicevo che spesso trovo rullini scaduti nei miei anni più cupi e dolorosi (come se ce ne fossero stati di migliori) e cerco di cambiarne il corso.

Cambiare il corso della mia vita. Ci provo con una fervida e inutile fantasia. Nella più sbrigativa delle ipotesi me la cavo levando di mezzo la mia nascita; nella più impegnativa e ridondante cambio tutto, dai connotati, al nome, ai genitori, cambio e rinnego praticamente tutto tranne una cosa.

Aveva ragione quell'autore che scrisse una cosa tipo che lontano da quel posto, da quei luoghi, l'aggiunta della vita non sarebbe stata altro che una divagazione. Aggiungo che la mia vita è stata una divagazione, anzi una deviazione, sia prima che dopo.

Sfinito, mi sento sfinito.

Non ricordo di aver riportato sul blog la notizia dell'acquisto di un profumo. Era da almeno 15 anni che non lo cambiavo e da quasi un decennio che non lo utilizzavo. Credo di averlo preso a febbraio. Non l'ho ancora aperto, ogni tanto uso la rimanenza della fialetta campioncino che me l'aveva fatto apprezzare. Magari un addetto delle pompe funebri al quale farei trovare un  bigliettino potrebbe spruzzarmelo sul cadavere prima di essere cremato.