mercoledì 22 settembre 2021

Illudersi con una pellicola scaduta da 30 anni.

L'autunno ha preso il via da pochi minuti e come al solito mi chiedo se la sorte vorrà che per me sia l'ultimo; una risposta affermativa non mi getta nell'angoscia più di quanto non lo sia per fatti miei. Un'estate squallida e faticosa è alle spalle; me ne ricorderò soltanto per aver completato il cocktail di vaccini e per le prime foto scattate con la "nuova" analogica usata. La circostanza che nella vita non si sa mai, che potrei non vedere mai più l'estate e farmi un bagno, vedi righe che precedono, copia, incolla e blatera, etc. etc. Avevo acquistato un rullino scaduto nel luglio 1991 (un altro anno particolarmente disgustoso fra tutti quelli schifosi del decennio "90"). Quando i negativi tornano dallo sviluppo e vedo l'anteprima allo scanner, mi illudo di prendermi una rivincita su quegli anni nel caso in cui le foto siano venute decentemente e la pellicola abbia restituito qualcosa malgrado il tempo trascorso chissà dove e soprattutto conservata come (frigo, cassetto, in un posto caldo o umido). Queste foto mi sono piaciute per i colori e soprattutto perché ho scattato in condizioni problematiche di luce (e si vede). Per qualche istante sovrappongo, come in una doppia esposizione, queste immagini dai colori a volte strani a quegli anni e cerco di convincermi che allora non sia andata in quel modo. Esercizio illusorio e inutile. Sono stufo del mio passato e del presente faticoso. La verità è che motivi per stare qua non ne ho più a parte andare allo stadio e scattare qualche foto. Le cose belle capitano solo agli altri. Per me, se tutto va bene, solo imprevisti fastidiosi e tanta ansia e paura.

 








 

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