lunedì 14 ottobre 2024

Salutarsi? Rivedersi? Però mancherai.

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Durante l'estate appena trascorsa, la mia attenzione è stata catturata da un possibile nuovo compagno di scorribande fotografiche: un Sub-Afflitto. Le mani però hanno l'aria di essere quelle di una donna, magari è una Sub-Afflitta o potrebbe trattarsi di Subgender fluid. Dopo averla/o fotografata/o (male) ad agosto in analogico sono riuscito sabato 12 c.m. alle 17.18 a scattare una foto della combriccola al completo col Suricato e l'imbecille. Inutile sottolineare che alcuni turisti stranieri - fra cui un gruppo di svedesi di mezza età - presenti sul lungomare e in spiaggia a quell'ora a godersi i 24 gradi hanno notato i miei movimenti con sguardi perplessi.

Avevo con me la R7 nel cestino della bici e ho fatto un paio di scatti analogici alla Sub-Afflitta/Sub-Afflitto/Subgender fluid.

Presumo che a breve anche questo lido verrà sbaraccato anche se finalmente inizia ad esistere qualcuno in Calabria che non spranga tutto il 3 settembre

Al momento di congedarci sono stato assalito sia da una certa malinconia al pensiero che l'estate 2025 Sub-Afflitta/Sub-Afflitto/Subgender fluid potrebbe non esserci più sia dal presentimento sempre più incalzante che a non esserci sarò io perché morirò nei prossimi mesi per cause naturali.

Portarla/o via con me (anzi, con noi) era impossibile perché sarebbe stato un atto a metà strada tra il furto  (goliardico, romantico e dettato da ammissibili motivi ma pur sempre furto), il danneggiamento e il vandalismo.

Avrei potuto salutarla/o, dirgli qualcosa, ad esempio che l'estate scorsa mi faceva stare bene per qualche millesimo di secondo quando le/gli passavo davanti. Poi ho pensato a una cosa che scrisse Cioran, ho rimesso Suricato in spalla nello zainetto di stoffa acquistato al banchetto degli Ultras e sono andato verso la bicicletta senza voltarmi anche se...

«Dovresti venire a casa, giacché potremmo morire senza rivederci.» — «Poiché dobbiamo morire in ogni caso, rivederci..., a che scopo?»  (Emil Cioran - Squartamento, pag. 162)


foto 1) Samusng Galaxy S24 Ultra

foto 2) 📷 Leica R7 con Summicron - R 1:2 / 50 🎞️ Wolfen Color NC500 ISO 400





martedì 1 ottobre 2024

Ogni 36 minuti.

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Il tempo massimo programmato affinché il "nebulizzatore" nebulizzi.
Il nebulizzatore è stato lasciato da solo il 26 settembre nella casa vuota che aveva preso a puzzare di muro ammuffito. Da ferragosto in poi la puzza era sgradevole. Il soffitto della cucina è inguaiato; ha iniziato a inguaiarsi anche quello del soggiorno.
La cosa ebbe inizio l'estate scorsa. Timidamente provai a dirlo all'amministratore. Timidamente. «Mi scusi se la disturbo, ma...»
«Monitoriamo la situazione»
mi rispose
Il 6 agosto di questa estate disgraziata la situazione iniziava a precipitare, anzi, ad ammuffire.
A voce, durante la riunione di condominio fatta in cortile: «mi perdoni se... dunque la macchia si sta espandendo, si sfarina l'intonaco
«Non vi preoccupate amico mio, sarà un tubo condominiale, lo sistemiamo, nel frattempo monitoriamo.»
Gli anziani del piano di sopra sarebbero andati via a fine mese, non ci salutiamo da 40 anni per proprietà transitiva.
Quelli del terzo piano invece erano disponibilissimi al sopralluogo dell'idraulico.
«Non vi preoccupate amico mio, tanto l'inverno l'acqua è chiusa e i lavori li facciamo senza perdere tempo a maggio giugno dell'anno prossimo.»
La casa puzza di muffa
Qualche goccia d'acqua ha fatto la sua apparizione. Bello vederle appese al muro come stalattiti.
Io sarei anche un avvocato (non più iscritto), ma sono un avvocato.
Gli estranei mi dicono che avrei dovuto fargli un culo così di lettere e diffide già dall'anno scorso.
Lo so, avrei dovuto rivolgermi a qualche ex collega. Non sono buono nemmeno a fare i miei interessi.
«Buonasera, mi scusi se la disturbo, e se dovesse scolare acqua anche l'inverno? Io ci vado ogni 15 giorni circa, magari passa anche più tempo, sa ho anche la questione di mia madre, non sempre posso fare ciò che ho programmato.» chiedo timidamente.
«In quel caso amico mio non vi preoccupate, ci mettiamo d'accordo, mi fate una lettera bonaria e la giro a quelli di sopra.»

Centosette persone su 2 al posto mio lo avrebbero già diffidato.
Sarei tornato in città e avrei chiesto anche i danni per il disagio di aver dovuto interrompere il soggiorno nella seconda casa, di non averne potuto usufruire; con l'aggravante di mia madre.
Niente.
Pure il compagno di mia cugina gli ha telefonato, lui gli dà del tu, per riferirgli e ribadirgli il mio problema.
«Mi scusi se la disturbo, ma...»
Scattavo le foto al soffitto per tenerle come prova in caso di giudizio.
Ho chiesto consiglio alle commesse del negozio di casalinghi le quali mi hanno suggerito di passare prima un panno imbevuto di candeggina sul muro e poi di prendere lui... il nebulizzatore!
Acquistato sia un deodorante classico per ambienti che sembra gelatina sia il nebulizzatore.
Sono salito sulla scala per passare il panno con la candeggina, ma avevo paura di cadere e non ho fatto un gran lavoro. Mentre toglievo la linguetta da sotto una delle pile del nebulizzatore quest'ultimo mi ha nebulizzato in faccia e menomale che in quel momento avevo gli occhiali da sole in casa perché temevo di dimenticarli.
L'odore è buonissimo. Il nebulizzatore è stato posizionato, dovrebbe durare 60 giorni, dunque fino al 25 novembre.
Non faccio altro che pensare al nebulizzatore che nebulizza da solo nella casa vuota.
Ho lasciato aperto in cucina con zanzariera e infissi per far circolare aria. Saracinesche sollevate nelle altre stanze perché non mi piace abbassare e trovare il buio quando ci vado.
Chissà che odore troverò la prossima volta.
«Mi perdoni se la disturbo, ma...» Con questo carattere remissivo non potevo che fare la fine che ho fatto e avere il destino che ho avuto.
Non faccio altro che pensare al nebulizzatore che nebulizza da solo ogni 36 minuti nel silenzio della casa vuota impregnata dalla puzza di muro ammuffito e dal nostro dolore e disagio, questa cosa mi affascina.
Di notte, all'alba, durante il giorno: tutto ciò è bellissimo.
La pellicola lomografica dai toni rossi si è spezzata nell'analogica made in DDR. Avevo impostato gli ISO quasi sempre a 25 e un paio di volte a 50. Oltre non sono andato perché a 100 e soprattutto a 200 le foto vengono esageratamente rosse e quelle dell'estate scorsa tirate a 200 non mi erano piaciute (capirai che capolavoro queste). Le foto scattate al circo sono andate perse, bruciate, probabilmente non ha neanche scattato e non me ne sono reso conto perché ascoltavo musica.

Non è la prima volta che la Praktica me la combina; non è la prima volta che mi riprometto di non utlizzarla più, ma so che tanto non lo farò. Un'infiltrazione di luce in una macchina fabbricata nella ex Germania Est.
Infiltrazione uguale a spia: questa cosa mi affascina come il nebulizzatore.
Questa seconda casa (credo lo sia perché d'inverno è sempre chiuso) è stata l'ultima ad essere fotografata prima che la pellicola si spezzasse; lo avevo capito perché il manettino di riavvolgimento non girava più in senso antiorario come dovrebbe dopo ogni scatto ed avevo aperto lo sportello al buio, ma la luce passa lo stesso e inflitra come l'acqua.
Almeno le foto infiltrate non puzzano di muffa e non ci vedo il mio dolore perché quando scatto faccio di tutto per tenerle indenni.
Ottobre e sono stanco, non capita mai niente di bello e penso al nebulizzatore.
Poi tutte le seconde case si svuotano e restano sole con le infiltrazioni, come nelle fotografie.

 

📷 Praktica MTL 5B con Pentacon 3.5/30 🎞️ Lomography REDSCALE XR  50-200

 


 

 

 

martedì 17 settembre 2024

Le lucertole erano puntuali come i treni della jonica. - (Cinzia e Graziano)

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Adorato Graziano,

dopo aver fatto l'amore nella decappottabile - ma anche prima e durante - tiravamo a indovinare i pianeti. 

Quello non può essere che Marte, guardalo, rosseggia.

Dicono che Saturno sia l'ultimo a poter essere visto a occhio nudo.

Potrebbe essere quello? E se fosse Urano? Urano sembra impossibile.

Vespero è Venere, la più semplice da indovinare: avevamo appena parcheggiato, quanta luce che c'era.

Tu facevi l'amore in canottiera.

Io toglievo tutto, ma restavo col prendisole.

Quello era Urano, sono certa che riuscimmo a vederlo.

Manchi.

Cinzia


Dolcissima Cinzia,

non avevamo quell'app (dismessa - dismissed - discontinued - abandoned) di Android che indica i pianeti con la bussola.

Non c'era bisogno di attivare posizioni.

Tiravamo a indovinare con una mal dissimulata sicumera.

Giove si scorge proprio perché sembra piccolo.

Prima che andassimo via, Vespero diventava Lucifero o Stella del mattino. 

Credo che la mia autoradio estraibile fosse di marca Pioneer: ascoltavamo da una musicassetta TDK "L'alba" di Peppino Gagliardi e "Jenny" degli Alunni del sole. Facevamo ipotesi sull'orario di arrivo delle lucertole - mezzogiorno, le 13, le 14.47, le 15.04 ? - e sul passaggio del primo treno della linea Jonica.

Vedemmo Urano.

Ho l'apk dell'app discontinued che acquistai nel 2011 e gira senza problemi sul mio nuovo smartphone.

Non ne avremo bisogno; continueremo a tirare a indovinare, prometto.

Facevo l'amore in canottiera.

Tu in prendisole.

A presto.

Tuo Graziano

 

 📷 Polaroid SX-70 🎞️ Color SX-70 Film




lunedì 17 giugno 2024

Lo scoiattolo che sembrava vivo

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Periodo denso di preoccupazioni, angoscia, rabbia, tormento etc. etc.

Ho conosciuto la dottoressa di base a distanza di due anni e mezzo dall'iscrizione perché mi ci sono recato (non per me). Evidentemente il mio aspetto era tale da indurla a prescrivermi analisi ancor prima di ordinarle per la persona che mi interessa.

«Da quanto non le fai?» (n.d.s. ha deciso che dobbiamo darci del tu anche se lei è più grande di un anno)

«Ehmmm... dunque, allora... dal 2013.»

Mi ha messo dentro a tradimento il PSA (non l'avevo mai fatto).

«Avresti dovuto iniziare a farlo dopo i 40.»

«In famiglia mio padre ha beccato il tumore alla prostata anche se non morì di quello.» 

«A maggior ragione se c'è un caso di familiarità.» 

«Ehm i casi sono 3, tutti gli ascendenti paterni... due ci lasciarono le penne... quindi siccome con la mia sfiga mi tocca matematicamente preferisco non farlo e quando mi verrà mi suiciderò.»

«Non sta scritto che ti venga, comunque tu portami il referto senza leggerlo.»  

«Non credo che lo farò, le altre sì, ma il PSA no.»  

«Fallo e non guardare i risultati»  

I risultati sono arrivati via email e ovviamente li ho letti subito fiondandomi per primo sul PSA: due tipi di PSA erano con 0 virgola; un altro tipo di PSA era a 55! Sì vabbene, poteva essere un errore, magari 5,5  quindi superiore al valore minimo oltre il quale scatta il campanello d'allarme. Comunque poi mi ha spiegato che quel 55 va benissimo come gli altri valori. Colesterolo a 232 (le poche volte che l'avevo fatto ero sui 285), ma lei dice che quello buono ce l'ho ottimo e dunque non si fa nulla, magari mi limito col burro salato sul pane. Dunque un solo asterisco.

«Sono gran belle analisi, hai una fibra forte, mi aspettavo come minimo che fossi anemico. Mangia, ti stai distruggendo! L'anno prossimo rifai le analisi e il PSA, scordati di attendere altri 10 anni.»

«No basta, il PSA non lo faccio più.»  

Ho ripreso a mangiare qualcosa in più e sono risalito in pochi giorni da 55 a 58,6 di stamane. Firmerei mò per toccare i 62 a fine agosto; il mio peso forma, considerata la mia struttura, sarebbe 67,500 ma col cazzo che ci arriverò.

Poi, strano a dirsi, due cose incredibili e meravigliose in questo lago artificiale di ansia, angoscia, dolore e disagio.

La sorpresa di un film stupendo visto già due volte. Ogni tanto una sorpresa di quelle vere e bellissime e non una sorpresa di merda.

Ieri sono stato (anzi, SIAMO stati, non ero da solo) non so dopo quanti anni un paio d'ore in un bar-gelateria a parlare con due persone: un amico bergamasco e la sua compagna giunti qua per un matrimonio. Compagnia piacevolissima, ho pure parlato tanto. Quando ci siamo salutati: «Vieni su che andiamo a fotografare le case cantoniere abbandonate, ce ne sono tante, anche sulle strade che vanno verso il Trentino»

Chissà se un giorno andrò a fotografare a pellicola le case cantoniere. 

Non ero da solo.

Al tavolo eravamo in 4.

La prima ragazza che portava le bibite era titubante e guardava alla quarta sedia occupata con un misto di preoccupazione, stupore e curiosità : «Sembrava vero!!!» ha esclamato con accento secondo me dell'est.

Il ragazzo che ha portato altro ha esclamato: «Mi sembrava vivo!!!»

Avevo già confessato con imbarazzo alla compagna del mio amico di avere acquistato recentemente anche un licaone, un pinguino e un diavolo della Tasmania  di peluche.

Nessun problema, ne ha tantissimi anche lei. Hanno voluto sapere dove avessi trovato il licaone (Amazon)

«Il licaone è di nicchia» 

Ero orgoglioso.

Qualche giorno prima un turista cazzone con accento piemontese mi guardava incuriosito e basito mentre facevo le fotografie pubblicate qua sotto.

«La facciamo anche noi con lo SCOIATTOLO.» 

Scoiattolo 'sto cazzo, ignorante dei miei coglioni, pezzo di merda levati dal cazzo e non rompere il cazzo, ho pensato.

«No, È UN SURICATO» 

Il suricato in gelateria con la testa che sbuca fuori dal mini zainetto di tela acquistato al banchetto degli Ultras.

Sì, me lo porto dietro per sentirmi ancora un pochino vivo. 

Foto 1 e 2 con iPhone 11 Pro Max

Foto 3 con 📷 Polaroid SX-70 🎞️ Color SX-70 Film

(Serie - Le "suggestioni" di un vecchio con la Polaroid) 






 

martedì 7 maggio 2024

1 - Dalla corrispondenza rigorosamente epistolare fra Cinzia e Graziano

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Dolcissima Cinzia,

in previsione dell'imminente stagione estiva ho pensato di sorprenderTi e sorprendere me medesimo con un contratto di locazione transitoria per finalità turistica avente ad oggetto una delle unità immobilari ubicate nel palazzo che ti mostro in foto Polaroid.

Il color verde lucertola sbiadito delle tapparelle è frutto di una delle tante nonché incantevoli distorsioni che sono prerogativa di questa datata macchina fotografica istantanea che mi porto dietro.

Lascio alla Tua immaginazione il sollazzo di indovinare su quale piano si trovi l'appartamento nel quale spero di trascorrere con Te giri di lancette appesantiti dallo stupore.

Nei momenti di stanca Ti domanderai perché la mia scelta sia caduta proprio su questa palazzina. Ti rispondo che ne sono rimasto affascinato da quando andavo a farmi i selfie davanti e dopo aver appreso de visu, dalle cronache locali online e da ballate popolari che i cinghiali frequentano con ragguardevole assiduità l'ambiente circostante in cerca di cassonetti dell'organico nei quali rovistare. Perchè, mia cara Cinzia, il cinghiale va a colpo sicuro e rispetta, esimendosi dal mandarli a gambe all'aria, i bidoni della plastica e della carta.

"Le finestre delle case di mare, la loro (eterna?) lotta col sale".

L'ho scelta anche per l'aforisma appena riportato che suonava pressappoco così. Un aforisma di Bufalino tratto da "Il Malpensante. Lunario dell'anno che fu." , inopinatamente sparito anni fa da casa insieme ad un libricino di Cioran e un paio di occhiali con lenti progressive mai più ritrovati pur avendo frugato come un cinghiale diverse volte nelle stanze alla disperata e rabbiosa ricerca. Mi comprenderai se ti dico che pagherei soltanto per sapere dove possa averli gettati in un momento di stress e confusione .

La salsedine, il canto dei grilli, e le lucertole che bivaccano fra le sterpaglie all'ora della canicola quando scendo a comprare l'orzata.

Facevo l'amore in canottiera.

Tu in prendisole.

A presto.

Tuo Graziano


Adorato Graziano,

ti pensavo intensamente sere fa mentre ero con delle amiche in una trattoria del posto.

Voglio che tu sappia che ti sei ripresentato nella mia mente non perché abbia visto sfrecciare sontuosamente il camion della ditta che si occupa dell'autospurgo e il furgone che raccoglie la frazione indifferenziata o sentito odore di letame sprigionatosi dopo una breve e inoffensiva spruzzata di pioggia rossa.

Un cirro inquieto e dai contorni ben definiti che sapeva di te mi è apparso sopra i tavoli invasi dal fragore di ingiustificata bisboccia quando le amiche hanno insistito per avere un tagliere di salumi e formaggi. Hanno voluto ordinare senza sentir ragione anche crostini e crostoni con spalmate sopra le solite, modaiole e dozzinali creme di zucca, di noci, di asparagi, di carciofi e altra merda che non sto a rammentare. Mancavano solo i crudi di pesce per rendere la serata esemplare.

Per sentirti accanto a me ho provato a indirizzare la conversazione verso gli imminenti playoff che determineranno la terza squadra che salirà in serie A, ma loro se ne sbattevano altamente mentre degustavano e commentavano quei fottutissimi e sordidi taglieri del cazzo sui quali si erano avventate. Vorrai perdonare il mio linguaggio da carrettiera.

So che affronterai i playoff con leggerezza d'animo perché ci sono almeno tre squadre molto più forti e che sei appagato da un torneo bellissimo, estenuante, insidioso, divertente nel quale ti bastava salvarti. Mi preoccupa però un pochino il tuo stato d'animo quando uscirai dallo stadio inculato per la dodicesima volta su dodici playoff.

Con la scusa che il telefonino non aveva campo sono emigrata sul retro del locale dove c'è un cortiletto sudicio con vista su un piccolo cantiere. Ti sarebbe piaciuto come quando facciamo l'amore tu in canottiera ed io in prendisole: c'erano le barriere Jersey in plastica arancione, materiali di riporto e qualche rete a maglie larghe fradicia e lacerata in più punti a delimitare non si sa che cosa. Ho messo gli auricolari e ascoltato qualcosa delle tue playlist anni '70.

Manchi.

Cinzia 

 

📷 Polaroid SX-70 🎞️ Color SX-70 Film

(Serie - Le "suggestioni" di un vecchio con la Polaroid) 



 


domenica 7 aprile 2024

La vita che vorrei

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Nei miei sogni a occhi aperti mi vedo con un'espressione finalmente serena, il sorriso appena accennato.

Come quel che accade sul viso di Manesquier in uno degli ultimi fotogrammi del film "L'uomo del treno". 

Sono sul treno anch'io, il posto è quello accanto al finestrino.

Sull'applicazione e fra i vari pdf non c'è il biglietto di ritorno.

Sto andando in Svizzera a bere l'ultimo aperitivo. 

Non che ne abbia bevuti tanti a dire il vero; quei pochi furono tutti rigorosamente analcolici (dalle mie parti ancora permangono pizzette, olive e salatini da supermarket a sancire quei momenti di merda).

Un'altra cosa che detesto e delle quali sento spesso parlare sono il "tagliere di formaggi" e il "piatto di crudi".

Il sushi, la carne cruda e tutti i crudi per me possono metterseli dove gli pare.

Annullato il gol del pari al 97° minuto per un braccio, un gomito e una spalla avanti di millimetri. Il VAR ha confermato.

Avevo esultato per una frazione di millesimo, ma immediatamente ho rivolto lo sguardo verso guardalinee e arbitro: avevano braccio e bandierina alzata. Poi l'attesa del VAR. 

Mani in tasca, testa bassa e mestizia.

Al ritorno la strada dallo stadio è quasi tutta in discesa ripida.

Non capisco perché ci impieghi di più al ritorno che all'andata.

Da notizie abbastanza attendibili sembra che il costo della bevanda svizzera si aggiri fra gli 8000 e i 10mila €. 

Mani in tasca, testa bassa e mestizia, però improvvisamente riesco a sentirmi complice di me stesso, mi immagino su quel treno seduto accanto al finestrino e ho pure l'aria sorniona.

Oriento il mio ultimo disprezzo verso le foto di taglieri di formaggi che imperversano sul web e poi io non esisto più.






 

 

 

 

 

 

giovedì 29 febbraio 2024

Quella pellicola scaduta, proprio lei

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M: «Sono stato sulla luna.»
Irma: «Davvero? E come l’hai trovata?»
M: «Molto tranquilla.»
Irma: «Hai incontrato nessuno?»
M: «Veramente no. Sai, era domenica

(da:  🎬 🎥  L'uomo senza passato (2002)

 📷 Leica R7 con Summicron 50 🎞️ Agfacolor Ultra 50 (scaduta nel febbraio 1994)

 


 

 

 

 

mercoledì 7 febbraio 2024

Quante volte vi ho detto e vi dirò "grazie"? Non potete immaginarlo e non lo saprete mai.

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Che ore erano? Fra le 14.30 e le 14.50

Probabilmente era sabato o domenica a giudicare dalle macchine ancora presenti nel parcheggio dell'hotel in costruzione  da almeno 11 anni dopo ricorsi, controricorsi, impugnazioni e sentenze.

Conosco per sommi e molto superficiali capi (resoconti di testate locali online) la leggenda ormai incardinatasi nel mio animo. Coloro i quali, a suo tempo, impugnarono al TAR il provvedimento (permesso di costruire) del Comune, ritenevano che questo delizioso manufatto avrebbe arrecato un danno irreversibile all'assetto urbanistico (praticamente stava sui coglioni a chi ha la villa dietro ed aveva libera visuale); mi par di ricordare che venne tirato in ballo anche il mancato rispetto di norme che vietano di costruire in prossimità degli argini.

I ricorrenti ebbero la meglio in primo grado, ma nel 2015 il Consiglio di Stato "la ribalta". La ribalta, proprio così, come dicono durante le radiocronache di un avvenimento sportivo.

Senza entrare nel merito della controversia, la decisione mi ha fatto comodo ed è come se un soggetto del tutto sfornito di legittimazione a resistere ed impugnare avesse visto - senza scucire un soldo - riconosciute le sue opinabili ragioni. C'est à dire un'inattesa e insperata occasione per fare lo squallido scattando discutibili fotografie che diventano affascinanti solo ai miei occhi.

Via libera dunque a costruire l'albergo.

Ricordo vagamente di aver letto che, ai fini dell'accoglimento del gravame, risultarono decisive le doglianze esposte secondo le quali i volumi sarebbero stati in armonia con le costruzioni presenti e non avrebbero alterato il paesaggio.

Altri motivi di appello riguardarono, ovviamente, correttezza e conformità dell'operato dell'amministrazione in causa a quelli che sono i criteri della legittimità dell'azione  della p.A.

Vi ringrazio e vi ringrazierò ancora.

Ringrazio le parti ricorrenti, resistenti ed appellanti; ringrazio soprattutto il Cd.S.

Grazie per avermi regalato un simile posto (ormai dicono tutti "location", ma io sono tamarro) nel quale sguinzagliare le mie emozioni.

Un posto dove potermi astrarre dal dolore e da pensieri che sono soltanto brutti e devastanti.

Un posto dove ribaltarmi.

Un posto nel quale inforcare gli auricolari e scattare fotografie senza darmi tregua.

Quando mi aggiravo con la Leicaflex a tracolla - munito di berrettino giallorosso con visiera, camicia stropicciata e occhiali da sole da tenere a bada nella tasca del costume - venivo guardato con un misto di incredulità, stupore, pena e sconcerto da coloro i quali parcheggiavano o prendevano la macchina per andarsene. Preferibile scattare a luglio perché ad agosto ci sono più macchine, specie fra il 5 e il 20. Tutto sommato certe macchine non danno fastidio al fotografo anziano di merda e del cazzo e fanno pendant con l'albergo che verrà completato ed entrerà in funzione (seppur non sia dato sapere in quale secolo venturo lo vedremo disponibile sulle più note piattaforme di prenotazione).

Non so quale nome gli verrà mai dato (o se fosse già stato pensato e deciso). 

Per alcuni è un piccolo ecomostro di cui non si sentiva il bisogno. Per me è stupendo.

Prima di rincasare mi capitava di passare a darci un'occhiata; ho casa a due minuti a piedi, guarda un po' che culo ogni tanto. A volte ci arrivavo direttamente via spiaggia dopo una passeggiata.

Ci passavo nella speranza che potesse accadere qualcosa di bello

Cosa? Lo so io.

Canzoni ascoltate durante le immersioni e sessioni fotografiche? Sì, le ricordo! Quando ho scattato questa  c'era "Conchiglie" di Laszlo De Simone, ma ci ho dato dentro anche con la colonna sonora de "L'amica geniale" di M. Richter.

Ho usato sia pellicole a colori che in bianco e nero.

Ritengo meritevoli 3-4 foto.

Avrei potuto fare di meglio? Sì!

Scusanti? A luglio, a quell'ora, c'erano una quarantina di gradi percepiti.

L'ansia, poi, quella non mancava mai.

Anche la sete.

Pure il senso di inadeguatezza che scava e penetra come una talpa.

Ci ritornerò, lo spero.

Inverno, primavera o estate, ma ci tornerò per farne altre.

Lo prometto a me stesso.

Devo assolutamente farmi un selfie col telefonino perché potrei sbagliare i tempi con gli autoscatti che farò - che devo farmi - anche in analogico.

Mi piacerebbe trascorrerci una notte quando sarà completato. 

Ci sono altissime probabilità che una notte in questo splendido hotel non ce la passerò mai per ragioni legate all'inesorabile fluire del tempo che non avrà premura di aspettare me o l'albergo...

Questa pellicola Babylon Kino è (era) (lo sarebbe in mani capaci) lomografica. In frigo ne ho altre due in bianco e nero di questo genere, ma le utilizzerò l'estate prossima (salvo agognati e decisivi imprevisti che dovessero riguardare esclusivamente la mia persona...)

📷 Leicaflex SL con Leitz Super Angulon 1:4 /21 🎞️ Babylon 13 ISO

 


 

 


lunedì 29 gennaio 2024

Vorrei cambiare colori e template, ma rimando sempre

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Irma: «Le dà fastidio se io fumo?»
M. «La betulla forse piange per una foglia caduta?» 

(dialogo tratto da:  🎬 🎥  L'uomo senza passato (2002)

📷 Rolleicord V 🎞️ Kodak Gold 200