mercoledì 7 febbraio 2024

Quante volte vi ho detto e vi dirò "grazie"? Non potete immaginarlo e non lo saprete mai.

Che ore erano? Fra le 14.30 e le 14.50

Probabilmente era sabato o domenica a giudicare dalle macchine ancora presenti nel parcheggio dell'hotel in costruzione  da almeno 11 anni dopo ricorsi, controricorsi, impugnazioni e sentenze.

Conosco per sommi e molto superficiali capi (resoconti di testate locali online) la leggenda ormai incardinatasi nel mio animo. Coloro i quali, a suo tempo, impugnarono al TAR il provvedimento (permesso di costruire) del Comune, ritenevano che questo delizioso manufatto avrebbe arrecato un danno irreversibile all'assetto urbanistico (praticamente stava sui coglioni a chi ha la villa dietro ed aveva libera visuale); mi par di ricordare che venne tirato in ballo anche il mancato rispetto di norme che vietano di costruire in prossimità degli argini.

I ricorrenti ebbero la meglio in primo grado, ma nel 2015 il Consiglio di Stato "la ribalta". La ribalta, proprio così, come dicono durante le radiocronache di un avvenimento sportivo.

Senza entrare nel merito della controversia, la decisione mi ha fatto comodo ed è come se un soggetto del tutto sfornito di legittimazione a resistere ed impugnare avesse visto - senza scucire un soldo - riconosciute le sue opinabili ragioni. C'est à dire un'inattesa e insperata occasione per fare lo squallido scattando discutibili fotografie che diventano affascinanti solo ai miei occhi.

Via libera dunque a costruire l'albergo.

Ricordo vagamente di aver letto che, ai fini dell'accoglimento del gravame, risultarono decisive le doglianze esposte secondo le quali i volumi sarebbero stati in armonia con le costruzioni presenti e non avrebbero alterato il paesaggio.

Altri motivi di appello riguardarono, ovviamente, correttezza e conformità dell'operato dell'amministrazione in causa a quelli che sono i criteri della legittimità dell'azione  della p.A.

Vi ringrazio e vi ringrazierò ancora.

Ringrazio le parti ricorrenti, resistenti ed appellanti; ringrazio soprattutto il Cd.S.

Grazie per avermi regalato un simile posto (ormai dicono tutti "location", ma io sono tamarro) nel quale sguinzagliare le mie emozioni.

Un posto dove potermi astrarre dal dolore e da pensieri che sono soltanto brutti e devastanti.

Un posto dove ribaltarmi.

Un posto nel quale inforcare gli auricolari e scattare fotografie senza darmi tregua.

Quando mi aggiravo con la Leicaflex a tracolla - munito di berrettino giallorosso con visiera, camicia stropicciata e occhiali da sole da tenere a bada nella tasca del costume - venivo guardato con un misto di incredulità, stupore, pena e sconcerto da coloro i quali parcheggiavano o prendevano la macchina per andarsene. Preferibile scattare a luglio perché ad agosto ci sono più macchine, specie fra il 5 e il 20. Tutto sommato certe macchine non danno fastidio al fotografo anziano di merda e del cazzo e fanno pendant con l'albergo che verrà completato ed entrerà in funzione (seppur non sia dato sapere in quale secolo venturo lo vedremo disponibile sulle più note piattaforme di prenotazione).

Non so quale nome gli verrà mai dato (o se fosse già stato pensato e deciso). 

Per alcuni è un piccolo ecomostro di cui non si sentiva il bisogno. Per me è stupendo.

Prima di rincasare mi capitava di passare a darci un'occhiata; ho casa a due minuti a piedi, guarda un po' che culo ogni tanto. A volte ci arrivavo direttamente via spiaggia dopo una passeggiata.

Ci passavo nella speranza che potesse accadere qualcosa di bello

Cosa? Lo so io.

Canzoni ascoltate durante le immersioni e sessioni fotografiche? Sì, le ricordo! Quando ho scattato questa  c'era "Conchiglie" di Laszlo De Simone, ma ci ho dato dentro anche con la colonna sonora de "L'amica geniale" di M. Richter.

Ho usato sia pellicole a colori che in bianco e nero.

Ritengo meritevoli 3-4 foto.

Avrei potuto fare di meglio? Sì!

Scusanti? A luglio, a quell'ora, c'erano una quarantina di gradi percepiti.

L'ansia, poi, quella non mancava mai.

Anche la sete.

Pure il senso di inadeguatezza che scava e penetra come una talpa.

Ci ritornerò, lo spero.

Inverno, primavera o estate, ma ci tornerò per farne altre.

Lo prometto a me stesso.

Devo assolutamente farmi un selfie col telefonino perché potrei sbagliare i tempi con gli autoscatti che farò - che devo farmi - anche in analogico.

Mi piacerebbe trascorrerci una notte quando sarà completato. 

Ci sono altissime probabilità che una notte in questo splendido hotel non ce la passerò mai per ragioni legate all'inesorabile fluire del tempo che non avrà premura di aspettare me o l'albergo...

Questa pellicola Babylon Kino è (era) (lo sarebbe in mani capaci) lomografica. In frigo ne ho altre due in bianco e nero di questo genere, ma le utilizzerò l'estate prossima (salvo agognati e decisivi imprevisti che dovessero riguardare esclusivamente la mia persona...)

📷 Leicaflex SL con Leitz Super Angulon 1:4 /21 🎞️ Babylon 13 ISO

 


 

 


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