mercoledì 2 novembre 2022

La foto appropriata

Serie - L'estate accanto al Lungomare Infelicità. (1)

(Rolleicord V con Kodak Gold 200)

Col telefonino, il segno distintivo della mia arte consisteva in questo genere di street col quale pretend(ev)o di rappresentare la vita come si fa con un lenzuolo dispiegato fra due palazzi.

Il momento più eccitante è immedesimarti in un membro dell'eterogenea fauna - uno a caso, facciamo, facciamo... toh, un Licaone - che va a caccia nella savana. Astuto e pertinace come un Licaone, con lo sguardo sempre in tensione, alla ricerca di un'emozione. Un genio, da vantarsene pure. Infatti, se la sessione fotografica dura troppo, la pago puntualmente il giorno seguente con l'emicrania sotto forma di quella piacevolissima sensazione di dito premuto su uno dei globi oculari a turno e bruciore sull'arcata sopraccigliare.

Ricordo nitidamente questo appostamento, ma il modello comportamentale è pressochè lo stesso.

1) La preda viene notata fra l'umanità allegra e dolente che corre, passeggia e chiacchiera (magari senza sapere di essere dolente o fingendo di non esserlo o avendolo rimosso per non guardare in faccia sé stessi e la realtà... no?).

2) Inizia la fase del pedinamento e del sorpasso, propedeutica all'appostamento.

3) Mi fermo circa 50 metri più avanti, parcheggio la bici, ripongo gli occhiali da sole nel portapacchi memore di tutte le volte che li metto nelle tasche sul culo e lo dimentico sistematicamente per poi sedermici sopra.

4) La biottica estratta dalla custodia in cuoio, l'aria distratta di chi guarda per terra mentre invece imposto i tempi e prendo le misure nel pozzetto, la certezza che se uscirà come spero il suo posto sarebbe stato sul blog in occasione della data che lo designa.

5) Il momento si avvicina, sta per transitare davanti a te che ti sei sistemato in posizione leggermente decentrata e speri che non si materializzi qualche bambino guastafeste nel raggio d'azione. Voglio che resti fissato sulla pellicola proprio mentra passa in mezzo a... dai che ci siamo capiti se mi conoscete un briciolo. Ricorda di anticipare qualche mezzo metro prima perché non è lo scatto istantaneo del telefonino, scosta la levetta della biottica, chissà se sarà venuta, lo saprò a ottobre. 

Ora che dobbiamo salutarci vi rivelo pure i brani ascoltati dagli AirPods nelle fasi di questa battuta di caccia perché li rammento: "Jenny" (Alunni del Sole) e "Il re dei sogni" (P. Laquidara). Ho scoperto che ascoltare musica mentre esploro e scatto mi galvanizza.

 


  

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